Ancora oggi vi è confusione intorno ai tessuti ignifughi, cosa sono e quando è obbligatorio utilizzarli.
I tessuti ignifughi possono essere di due tipi, tessuti all’origine, grazie alla loro composizione chimica, oppure tessuti che successivamente vengono sottoposti a trattamento di ignifugazione. La differenza all’atto pratica è quasi nulla, cambia la modalità di manutenzione.
Il tessuto ignifugo oltre ad essere realizzati in modo da resistere e ritardare il propagarsi delle fiamme non devono rilasciare alcun fumo tossico che possa arrecare danni alla vista ed al respiro.
La resistenza al fuoco è molto importante per i tessuti utilizzati in luoghi adibiti a un’alta affluenza di pubblico.
La Legge italiana è chiara riguardo l’utilizzo di tende e tessuti nelle strutture ricettive con oltre 25 posti letto.
Nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, quindi i tessuti utilizzati in strutture ricettive, strutture sanitarie, strutture sportive, uffici pubblici, devono essere ignifughi, cioè non infiammabili. E questo vale per qualsiasi tipo di tessuto, tende, materassi, divani, tappeti, biancheria.
Ogni tessuto ignifugo presenta un’etichetta su cui è riportato il grado di reazione alle fiamme, tramite un codice specifico, in genere per i tessuti è classe 1 mentre per gli imbottiti è il codice 1M.
Molta attenzione va posta alla data di scadenza. Quest’ultima è importante perché queste tende, quando sottoposte a ripetuti lavaggi, possono perdere parte delle loro proprietà e quindi vanno sostituite.
Grazie alla vasta scelta di tessuti, texture e colori molte persone optano per i tessuti ignifughi anche per arredare la casa, non dobbiamo dimenticarci infatti che il rischio incendio è altissimo anche nelle abitazioni od in piccole strutture ricettive non obbligate a questo tipo di scelta.
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